STUDIO SULLA FUSIONE DEI COMUNI DI ABANO TERME E MONTEGROTTO TERME









Partendo dallo studio commissionato dai due comuni di Abano e Montegrotto Terme, un gruppo di ricerca composto da esperti della Regione Veneto, da alcuni docenti universitari e professionisti, ha valutato concretamente i vantaggi e le opportunità in termini di risorse finanziarie statali e regionali, dalle tasse ai servizi forniti ai cittadini derivanti dalla Fusione dei due comuni.

Tale ricerca ha portato alla redazione di uno studio, commissionato all’Università di Padova e più precisamente al Dipartimento di scienza economiche “Marco Fanno”, la cui sintesi è stata pubblicata sul n.5 di : “il Castello di Berta” un periodico di informazione locale dell’Ottobre 1999.

L’idea FUSIONE, nasce con la legge L.R. 24 Dicembre 1992 n.5, con la quale la Regione Veneto ha affermato la propria volontà a promuovere e sostenere il processo d'aggregazione dei comuni.

Successivamente l’Art. 68 della legge finanziaria regionale per il 1998 (L.R.n.3/1998) che forniva e dava tutte le indicazioni in merito a come avrebbero dovuto comportarsi i comuni, richiedendo eventualmente anche l’elaborazione di ricerche e previsioni, in vista dell’opportunità di valutare al meglio i vantaggi e i processi dell’aggregazione, ha servito a dare lo spunto.

Lo staff di ricerca messo a disposizione del Dipartimento di Scienze Economiche ha lavorato oltre sei mesi, in stretto contatto con il Gruppo Interdisciplinare regionale e le due amministrazioni, producendo un ricco rapporto di dati e informazioni analisi e simulazioni.

Il Rapporto contiene un’analisi approfondita delle attuali condizioni dei due Comuni (Bilancio, imposte e altre forme di prelievo, personale e servizi).

Il lavoro fornisce chiare informazioni sui TRASFERIMENTI STATALI e REGIONALI attualmente forniti ai due enti locali e formula valutazioni sulla possibilità di ottenere maggiori trasferimenti da parte dello Stato, in seguito al passaggio ad una classe demografica superiore.

Si forniscono dati per quanto riguarda il PRELIEVO FISCALE, ipotizzando per il futuro una parità di gettito fra le due amministrazioni, che attualmente vede prevalere sulle due, quella di Abano.

Tratta ancora, in maniera approfondita i SERVIZI e il PERSONALE, avvalendosi di interviste e di argomentazioni provenienti dalla lettura di documenti ufficiali.

Di particolare importanza è la parte che riguarda la possibilità di riorganizzazione dei servizi, in caso di fusione e i possibili risparmi conseguibili.

Il Rapporto inoltre illustra le tendenze recenti dellECONOMIA dell’AREA TERMALE EUGANEA e il ruolo che il nuovo comune potrebbe avere nello sviluppo locale, prendendo in esame gli STRUMENTI URBANISTICI dei Comuni e formula un progetto di riassunto del territorio, che potrebbe essere realizzato in caso di eventuale fusione.

Infine, sono presi in esame gli ASPETTI ISTITUZIONALI e le tematiche relative alla possibile configurazione dello STATUTO del Comune risultante dalla fusione fra Abano e Montegrotto, prendendo in esame molte argomentazioni e indicando alcune soluzioni possibili.

Continuando la lettura dello studio, si può osservare che dal punto di vista strettamente economico i due comuni termali, abbastanza simili per quanto riguarda i bilanci rispetto agli altri enti locali, non solo della provincia di Padova, ma anche in un confronto nazionale, si trovano in una situazione privilegiata. In particolare si può affermare che i due, godono di una spiccata autonomia finanziaria imputabile ad una buona “base imponibile” legata allo sviluppo termale, che si aggira attorno ai 71 miliardi, una cifra relativamente molto alta, se confrontata con altre realtà, che consentirebbe di effettuare rilevanti investimenti, anche se c’è da dire che la posizione di rilievo, nonostante le similitudini fra le due unità è data dal Comune di Abano.

Sempre dallo studio emerge con chiarezza che rimanendo invece separati, questo vantaggio economico verrebbe ridotto.

A questo punto quindi è importante chiedersi per quale motivo due enti finanziariamente floridi e strutturalmente molto simili, hanno come scopo la fusione?

Innanzi tutto per cercare di fare un salto di qualità nella gestione, sfruttando i possibili vantaggi derivanti da una dimensione, non solo territoriale, ma anche demografica più grande.

In secondo luogo la necessità di proteggersi cercando di andare in contro in modo preparato ad un'evoluzione non favorevole del contesto economico e sociale, per cercare sostanzialmente di difendere l’area da un possibile e minaccioso degrado.

Tutto ciò parte dal presupposto che l’unione avrebbe immediatamente vantaggi dal punto di vista del risparmio, consentendo in questo modo di avere a disposizione maggior liquido da poter impiegare in altri settori, che non sia quello prettamente amministrativo.

Come seconda cosa si propone di migliorare i servizi e la loro organizzazione, progettando una maggiore specializzazione del personale, per consentire un incremento di efficienza e di produttività.

Se vi sono molti punti a favore ve ne sono altri però nei quali bisogna ancora lavorare molto per esempio la concreta necessità di valutare per esempio l’assetto delle spese destinate ai servizi come la raccolta dei rifiuti, l’acquedotto, la depurazione, attualmente dati in gestione ad aziende esterne e non coincidenti tra i due Comuni, appunto perché affidate ad enti non solo esterni, ma anche distinti.

La visione anche in questo caso è quella che l’unificazione dei servizi non porterà solo ad una qualche forma vantaggiosa di economia.



Questo chiaramente ci porta ad affermare che dall’unificazione dei servizi non ne beneficeranno soltanto le amministrazioni, ma soprattutto i cittadini e le stesse imprese produttive che vedranno realmente esprimersi in concreto l’efficienza e l’organizzazione



Il secondo motivo che spinge verso ad una unificazione delle due Amministrazioni è legato alle dinamiche economiche e sociali.

L’area di Abano e Montegrotto ha raggiunto elevati livelli di benessere, puntando prevalentemente, se non esclusivamente sul TURISMO TERMALE.

Innanzi tutto bisogna fare un passo indietro e dire che nel decennio 81-91 i due comuni, anche se dalle statistiche emerge sempre chiaramente una netta prevalenza del comune di Abano, hanno conosciuto un grande sviluppo, in particolare si possono distinguere alcuni settori trainanti, uno su tutti quello Farmaceutico della FIDIA, attività immobiliari, di noleggio, tutte attività che sono sempre in stretto collegamento con l’area del servizio termale.

Nel decennio successivo le cose non hanno continuato verso questa strada ed ,infatti, nel settore alberghiero si è assistito ad una forte perdita di occupati in entrambe le località.

La crisi dell’economia locale risalta con maggiore evidenza ove si consideri che nel periodo 91-96 l’occupazione nella Regione Veneto è cresciuta dall’1,7%.

Il sistema termale non è quindi più un fattore di crescita dell’economia locale, sebbene quest’ultima continua a ruotare attorno al turismo.

La caduta dell’occupazione nel settore alberghiero va ascritta in gran parte a interventi di razionalizzazione tesi ad aumentare la competitività del settore, in effetti, le unità alberghiere si sono ridotte, però è cresciuta la domanda soprattutto da parte degli stranieri, questo per la prima metà degli anni novanta ed ha subito una nuova battuta d’arresto soprattutto in termini di presenze giornaliere, a partire dal 1996.

E’ in questo periodo che va in crisi anche un certo turismo termale, quello basato essenzialmente sulla cura dei fanghi, sulla trasformazione dell’ospite in paziente, privilegiando purtroppo clienti di età avanzata.

Per questo motivo oltre che ad un’efficace azione di propaganda rivolta a quella che è la tradizionale clientela, dagli ultimi anni, si è concentrato maggior attenzione alla possibilità di incrementare anche altre fasce d’età, soprattutto verso clienti più giovani, che ha imposto una sostanziale rivisitazione dell’offerta, non puntando solo sulla cura dei fanghi propriamente detta, ma sulla cura del corpo, la bellezza il fitness e altri impieghi del tempo libero.

L’obiettivo è in poche parole la necessità di creare non solo le attrattive per gli anziani, ma anche per i loro accompagnatori, allargando notevolmente il bacino d’utenza.

Dallo studio emerge ancora che Il sistema termale euganeo si trova dunque in un momento critico caratterizzato da un ristagno dell’economia locale.Un processo di sviluppo che non fosse adeguatamente governato rischierebbe di scaricare sull’area una serie di diseconomie che andrebbero dall’inquinamento, alla deturpazione del paesaggio.

Si richiede in questo contesto un ruolo decisivo delle politiche pubbliche, che possano intervenire in investimenti fondamentali, quelli per esempio quelli delle attrezzature sportive, del verde pubblico, delle piste ciclabili dell’arredo urbano e su tutte i servizi offerti ai cittadini, consentendo in questo modo di elevare l’offerta turistica.

Detto questo, si potrebbe dire che la FUSIONE consentirebbe di dare una definizione ad un' area che ormai già da tempo si può considerare un’unica entità.

La realizzazione del progetto è possibile soltanto attraverso una pianificazione unitaria del territorio, attraverso in pratica un’adeguata integrazione fra i due PRG.

Nel caso di Abano e Montegrotto, ci sono altri due motivi, che premono verso la fusione e cioè:



1) La grande omogeneità economica e sociale

2) L’assoluta continuità territoriale.





Partendo da questi presupposti, le due amministrazioni affermano che la fusione può essere vista come un mezzo per ridurre i costi, ma anche uno strumento per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini, degli ospiti e degli operatori economici.

In conclusione si può affermare che la fusione sarà l’occasione per rivedere i rapporti tra cittadini e Amministrazioni locali, la cui esigenza oggi è molto sentita, attraverso cioè il mantenimento di due municipalità tra loro in collaborazione, con il duplice compito di fornire comodi servizi di base e di realizzare adeguate modalità di partecipazione dei cittadini alla vita politica e associativa, vincendo in questo modo la psicologica resistenza alla fusione.





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