29 Maggio 1999
Negli anni '50 (anzi esattamente nel 1950) i nostri padri pensarono bene di creare un collegamento viario importante fra le 2 città, costruendo quella che noi indigeni chiamiamo ancora oggi la strada nova e cioè il Viale delle Terme di Montegrotto Terme.
Fino ad allora per arrivare ad Abano Terme si doveva percorrere la strada Romana, per poi girare verso Via Siesalunga , stretta, storta e polverosa.
Fatta la strada, questi nostri padri hanno messo a confine tra Abano Terme e Montegrotto Terme, un cippo (Pillon e qualcun'altro sarà stufo di sentire sta' storiella....) che recita: questa strada, costruita sulle orme immortali delle terme di Roma, è auspicio e certezza che Abano e Montegrotto, fuse le energie, comuni le mete, rinnoveranno nel nostro tempo il passato splendore.
Questo per dire come il progetto, l'idea e la voglia di fondere le energie creando una unica città non sono miei, non sono di Pillon, non sono di Ivo Rossi; io credo che facciano parte del patrimonio genetico, del DNA, della gente di questo territorio.
Questo bacino ai piedi dei Colli Euganei, è un unicum è un tutt'uno voluto dalla natura che ha donato, ha messo a disposizione della nostra gente da 2500 anni un bene prezioso, l'acqua calda, risorsa inesauribile, che è uguale ad Abano come a Montegrotto: solo la storia dell'uomo ha imposto dei confini artificiali fra i 2 nuclei, creando le 2 Città, e 2 Comuni.
Il compianto prof. Luciano Lazzaro nel suo testo Fons Aponi, conosciuto da tutti, (a proposito, Fons Aponi non sarebbe stato male come nuovo nome per la nuova città) più volte mette in risalto il fatto di non poter scindere fra loro la storia antica delle attuali 2 città: risulta impossibile non collegare tra loro due luoghi così vicini ed uniti da culti comuni, primo fra tutti alla divinità locale Aponus, nonché da una simile economia, tanto che allora, come ai nostri giorni, essi non potevano essere considerati che interdipendenti".
Fons Aponi era un'unica realtà termale nell'epoca romana ed il centro di questa città termale era in corrispondenza dell'attuale centro di Montegrotto, tra i colli di Montagnon (dove c'è l'attuale duomo) e il Bortolone o colle Montegrotto (dove è stato costruito l'hotel Augustus).
Il centro di Fons Aponi era anche la zona più antica mentre la zone dell'attuale Abano (la zone Bagni e il Montirone) era diventata l'area residenziale. Al Montirone è stato eretto successivamente in epoca augustea, un santuario ad Aponus, questo nume tutelare delle acque termali.
Il ritrovamento di iscrizioni di questo santuario con riferimenti ad Aponus ha fatto si che il nome di Aponus ha fatto si che il nome Abano sia stato attribuito a quel sito mentre in realtà, il nucleo più importante, più nobile della città termale Fons Aponi era a Montegrotto; quindi in realtà è Montegrotto che dovrebbe chiamarsi Abano.
Vedete come l'uomo sia riuscito a complicare la storia! Non parliamo poi del perchè i cittadini di >Montegrotto si chiamano Sampietrini e la lagna di quando uno straniero ci chiede: come si chiamano i cittadini di Montegrotto?, e noi a spiegare ogni volta come, nel 1934, il Duce o chi per esso, abbia deciso di cancellare il vecchio nome di S. Pietro Montagnon ( da cui Sampietrini) imponendo il nome di Montegrotto, senza tanti referendum !!!!
L'idea di fusione fra Abano e Montegrotto è nient'altro che un ritorno all'antico, un ritorno alle nostre vere origini di città unica e unita nel segno delle terme.
Questo per dare una prima risposta a chi afferma di essere contrario sulla fusione, perché le 2 città hanno origini e storia diverse. Per la storia può darsi, per le origini no. Fons Aponi era l'unica grande città termale dell'antichità; Abanomontegrotto deve diventare la più grande città termale Europea e Mondiale dell'era moderna, del 3° Millennio.
Abbiamo avuto un'origine unica, vogliamo avere un futuro condiviso.
All'inizio di questa vicenda, circa 2 anni fa, io avevo detto che la fusione Abano \Montegrotto era un matrimonio che s'ha da fare proponendo allora un fidanzamento; ritenevo opportuno procedere con tutta una serie di collaborazioni e di consorzi. Avevamo anche elaborato un documento che comprendeva 70 punti, 7' collaborazioni possibili fra le 2 Amministrazioni.
Molte di queste cose sono andate avanti soprattutto nel settore delle manifestazioni, della cultura, dello sport, del sociale....
negli ultimi mesi ci siamo trovati 8-10 colte con Pillon e la sua Amministrazione per conferenze-stampa, inaugurazioni di mostre ecc.
L'esperienza di questi primi 2 anni di Amministrazione mi ha fatto capire, però, che la strada delle collaborazioni è una strada troppo lunga e troppo incerta. Già con 2 Amministrazioni abbastanza omogenee si fa fatica a trovare la convergenza nella soluzione di un problema, fatica provocata soprattutto con il possibile cambio del colore politico di una delle 2 Amministrazioni: si rischia di azzerare tutto, di vanificare un obiettivo che considero fondamentale per tutti. E' un rischio troppo grosso.
Allora rovesciamo il concetto, i invertiamo il percorso: invece di investire tempo ed energie nel mettere in piedi collaborazioni e consorzi intesi come propedeutici alla fusione, miriamo direttamente alla fusione e attraverso questa ovviamente unifichiamo il tutto: amministrazione, uffici, servizi, ecc.
Cammin facendo, comunque, qualcosa si è fatto e qualcosa faremo ancora ma la pista delle collaborazioni non è più la pista principale da battere.
Si sente e si legge di Comuni, anche a noi vicini, che cercano forme di collaborazione per poter sopravvivere, per poter garantire la qualità dei servizi ai propri cittadini.
Con la diminuzione dei trasferimenti dallo Stato, i Comuni dovranno sempre più arrangiarsi con le proprie forze, con le proprie risorse. Nel nostro caso questo fatto è una delle motivazioni ma non è quella principale.
La madre delle motivazioni è il nostro futuro ed il futuro della gente di Montegrotto è e sarà lo stesso della gente di Abano. Il futuro che ha un nome ben preciso, si chiama termalismo. Il nostro passato era l'agricoltura e le cave, il nostro futuro sarà l'acqua calda ed il fango; questa è la nostra risorsa (di Abanomontegrotto) su questo si giocherà la partita del 2000 (che è già cominciata). Se vogliamo diventare la più importante città termale del mondo, vogliamo essere il leader, vogliamo dettare noi le regole per quel che riguarda il settore del termalismo a noi più congeniale, la fangoterapia.
l'interesse della questione ha provocato negli ultimi tempi, anche due tesi di laurea da parte di neo dottori Sampietrini. Una di queste riporta l'articolo di una rivista (Il Globo) del 1956: Fonte di benessere e di ricchezza: i fanghi di Abanoi e Montegrotto, che, nella sua prima parte, dice: non fosse per la rivalità tra Abano e Montegrotto, i padovani potrebbero vantare una situazione termale senza eguali in Europa e forse in tutto il Mondo. L'unione delle risorse idrologiche e delle capacità ricettive potrebbe dar vita a un grande centro le cui possibilità sarebbero praticamente illimitate. E invece i due comuni, i cui territori si estendono a stretto contatto di gomito lungo una unica grande strada, se ne stanno a guardarsi in cagnesco, disputando sulle ricerche storiche delle prime terme romane e sulle virtù terapeutiche di acque che affiorano liberamente in tutta a zona euganea senza distinzioni di confine' una disputa che trova giustificazione solo nelle origini della nostra storia di popolo litigioso e disgiunto ma non ne ha alcuna oggi anche se il caso e le condizioni ambientali hanno diversamente favorito i due rivali.
Un'indagine sul turismo termale eseguita dalle Aziende di cura di Abano e Montegrotto nel 1982 ha rilevato che: alcuni stranieri, all'interno del loro albergo, non si rendevano conto di soggiornare a Montegrotto invece che ad Abano e viceversa, tanta è la identificazione e la soluzione di continuità fra le due località. Vi è, quindi, un alto grado di sostituibilità, cioè qualche cliente non ha neppure la percezione di essere in una invece che nell'altra ,località e qualche volta si fa riferimento più alla singola struttura ricettiva che alla località.
Una sana politica di promozione e commercializzazione, secondo l'indagine, del 1982, deve considerare unitariamente le due località per porsi l'obiettivo primario di attrarre il maggior flusso turistico compatibile con le sue strutture presentì nel luogo.
Dobbiamo smetterla di considerare come nostro avversario Abano e viceversa e la devono smettere soprattutto gli operatori economici, in primis gli albergatori che sono gli artefici principali dell'economia termale; il nostro avversario è l'Europa, è il mondo.
Dobbiamo smetterla di litigare in famiglia fra cugini, dobbiamo unirci non dividerci, dobbiamo aiutarci, non odierni. Se continueremo come si è continuato per decenni a farci la guerra, alla fine il vincitore non sarà né Abano né Montegrotto. Il rischio è di perdere la partita e di vedere le nostre 2 città trasformare in museo del termalismo, in città fantasma, passeremo alla storia come coloro che per non aver saputo abbattere un campanile (mentale) hanno lasciato distruggere le loro città dilapidando un tesoro di inestimabile valore che la natura ci ha regalato.
Il matrimonio che noi proponiamo è un matrimonio d'interessi, è un business per tutti: per il territorio inteso non solo come AbanoMontegrotto, ma come bacino, come Colli Euganei, come Provincia; per le categorie economiche, non solo gli albergatori ma pensiamo a tutto l'indotto; per i cittadini tutti che attraverso la fusione si garantiranno più servizi, più qualità dei servizi stessi, migliori risposte ai loro problemi, più possibilità di lavoro.
E' una polizza assicurativa quella che proponiamo. Io credo che l'Amministrazione intelligente debba fungere da locomotiva, deve tirare il carro, deve guidare la propria gente; deve essere propositivo, deve progettare, deve porre degli obiettivi ed indicare la strada per raggiungerli.
Non basta asfaltare strade ed accendere lampadine, non può essere questo l'unico ruolo dell'Amministrazione.
l'ordinaria amministrazione può creare consenso sull'immediato, ma è deleteria per il futuro. Guai a rinunciare a progettare, guai ad appiattirsi su proposte conservative.
Questo progetto di fusione che, come ho già detto, non è nuovo, è un grande progetto istituzionale (il grande è rapportato alla dimensione del nostro territorio) cha mai però aveva trovato, nelle passate Amministrazioni, il coraggio di essere posto come obiettivo concreto, raggiungibile.
Io sono convinto che la gente capirà che questo è il momento storico per concretizzare questa idea a spero che tutti insieme non ci lasceremo sfuggire questa grande opportunità.-
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